Tra calette e baie naturali, sono tanti gli scorci imperdibili per chi viene a scoprire le meraviglie di Lampedusa per la prima volta. Ma c’è una tappa di viaggio che secondo noi è davvero irrinunciabile per chi ama lasciarsi incantare dalla bellezza: Casa Teresa. Situata nell’isola di Lampedusa, nel cuore del Mediterraneo, Casa Teresa è un autentico dammuso, un tipo di abitazione tradizionale dell’arcipelago delle Isole Pelagie. Questo affascinante rifugio unisce storia, cultura e natura in un’esperienza indimenticabile per i viaggiatori in cerca di autenticità e tranquillità.
In questo articolo vedremo più da vicino la storia di Casa Teresa, vi racconteremo com’è fatta e cos’è un dammuso e vi daremo qualche informazione utile per la vostra visita.
Sommario
Intitolata alla sua fondatrice, Casa Teresa è un esempio perfetto di dammuso, una tipologia di abitazione che ha radici antiche e profonde legate alla storia di Lampedusa e delle Isole Pelagie. Questi edifici tradizionali erano originariamente costruiti con pietra lavica, dotati di pareti spesse e cupole o soffitti a volta. La loro architettura era pensata per garantire il massimo comfort termico nelle calde estati mediterranee.
La costruzione di Casa Teresa risale al XVIII secolo, più precisamente al 1870. Fu in quest’anno infatti che la famiglia Giusto, proprietaria dell’isola, decise di costruire un dammuso come dimora per le attività agricole. Nel corso dei secoli, Casa Teresa è passata di generazione in generazione, fino ad arrivare al restauro nel pieno rispetto dell’architettura originale che possiamo ammirare oggi.
Il dammuso è una costruzione tipica delle Isole Pelagie e dell’isola di Pantelleria, ma è a Lampedusa che raggiunge la sua massima espressione di bellezza e autenticità. Queste abitazioni hanno una storia lunga e affascinante, che affonda le radici nella cultura dei primi abitanti dell’isola, i Fenici.
Secondo una teoria la parola “dammuso” deriva proprio dal fenicio “damus”, che significa casa. Questo la ricollega anche alla parola latina “domus”, che ha lo stesso significato. Pare però che il termine possa essere collegato anche alla parola araba “dammus” che vuol dire proprio costruire a volta. In questo caso il termine si riferisce allo stile architettonico della struttura, più che alla sua funzione.
Una delle caratteristiche principali dei dammusi è la loro architettura unica. Le pareti spesse in pietra avevano lo scopo di fornire un’eccellente protezione termica. Infatti le pareti venivano costruite realizzando due filari tra i quali si veniva a creare una camera d’aria. Fondamentale per l’isolamento termico, questa particolare modalità costruttiva rendeva anche gli interni accoglienti e silenziosi, perfetti per chi desidera un rifugio di pace e tranquillità. Le cupole a forma di trullo o a volta, poi, creano un’atmosfera magica e unica.
La struttura di Casa Teresa
Dopo averne visto un po’ la storia, andiamo a vedere la struttura del più antico dammuso di Lampedusa. Casa Teresa è composta da diversi ambienti e aree esterne. Come dicevamo, la caratteristica di questa struttura è rappresentata dai tetti a cupola che hanno lo scopo di isolare gli ambienti dalle alte temperature tipiche dell’estate siciliana. Questa tipologia di tetto è anche utile a raccogliere l’acqua piovana per poterne conservare una riserva. A renderla un vero e proprio esempio di architettura sostenibile è anche la sua modalità costruttiva: la struttura infatti è stata realizzata con la pietra già presente nel luogo della costruzione utilizzando la tecnica a secco tipica del Mediterraneo.
Il dammuso, il più grande dell’isola, si trova in Contrada Ponente ed è perfettamente integrato con l’ambiente naturale circostante. Gli agricoltori avevano l’abitudine di utilizzarlo sia come abitazione che come magazzino. Al suo interno infatti si trovano delle stanze quali la kammara (camera), makasenu (magazzino), pagghiarola (pagliaio), cucina e furnu. Questi ambienti vedevano lo svolgersi delle attività quotidiane all’interno della struttura ed erano dotati di un disimpegno all’esterno. A collegarli infatti era il passiaturi, un corridoio all’aperto spesso coperto dalla pinnata, una tettoia realizzata legata delle canne tra loro. A questi spazi si aggiungevano alcuni spazi produttivi, necessari per lo svolgimento delle attività agricole. Questi spazi erano la stadda (stalla), il jardinu (giardino, spesso caratterizzato da alberi da frutto e agrumi più che da fiori come invece ci aspetteremmo), il parmentu (il palmento, cioè il luogo destinato alla produzione del vino), aria (l’aia circolare per la trebbiatura del grano)e la mannara (il recinto in cui veniva radunato il bestiame di ritorno dal pascolo).
Nel 1994, la Regione Siciliana intraprese un ambizioso progetto di conservazione del patrimonio culturale di Lampedusa, acquisendo il Dammuso Grande Casa Teresa. L’obiettivo era quello di trasformarlo in un’area museale che documentasse lo stile di vita dei primi coloni nelle zone rurali dell’isola. Grazie alla dedizione della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Agrigento, il dammuso fu sottoposto a un attento restauro, trasformandolo in un’opera architettonica di notevole interesse storico e culturale.
Una volta completati i lavori di restauro, Casa Teresa è stata inaugurata come spazio espositivo, ospitando una mostra documentaria incentrata sul dammuso lampedusano, il recupero delle aree archeologiche e le emergenze paesaggistiche dell’isola. Questo sforzo ha permesso di preservare un pezzo importante della storia dell’isola e di fornire ai visitatori un’occasione unica per conoscere e apprezzare la ricca identità culturale di Lampedusa.
Oggi, Casa Teresa è molto più di un semplice edificio restaurato. È diventato un simbolo dell’identità culturale di Lampedusa, un luogo in cui la storia si fonde con la modernità, e dove i visitatori possono immergersi nel passato e comprendere meglio le tradizioni e la vita dei primi abitanti dell’isola.
Non solo Casa Teresa, ma l’intera isola di Lampedusa è stata coinvolta in un progetto di valorizzazione culturale. Nel 2017, è stata aperta “La via dei Dammusi“, un affascinante percorso culturale che si propone di valorizzare tutti gli originali “dammusi lampedusani”. L’isola diventa un vero e proprio spazio museale, arricchito da interessanti e variegati elementi culturali, come le antiche strutture artigianali per la lavorazione del pesce di Cala Salina o i resti dell’abitato romano di età imperiale di piazza Brignone. Ogni angolo di Lampedusa diventa un’opportunità per scoprire e comprendere la storia e l’arte che hanno lasciato una traccia profonda nella sua identità.
In questo articolo vi abbiamo raccontato la storia del più antico dammuso di Lampedusa. Una struttura unica nel suo genere divenuta vero e proprio simbolo identitario per i lampedusani.
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